Elezioni 2013 in Germania

Prospettive e possibili scenari futuri

Tra poco più di un anno, a Settembre 2013, l’elettorato tedesco sarà chiamato alle urne per eleggere il prossimo governo. Alla luce della situazione economica e politica nella quale l’Europa contemporanea si è venuta a trovare, l’importanza di questo risultato è fondamentale per capire quale tipo di scenario ci possiamo aspettare. Al di là del vincolo indissolubile che lega i destini economici dei paesi membri dell’Unione, sta di fatto che l’economia tedesca è riuscita a rimanersi a galla, diventando una sorta di ultimo appiglio al quale la fiducia degli investitori si sta ancorando. La posizione di egemonia che il paese possiede rende dunque molto interssante l’analisi delle possibilità politiche che le nuove elezioni potranno aprire.

Se verranno confermate le tendenze che, da un anno a questa parte, hanno caratterizzato lo scenario politico tedesco, è necessario in primo luogo notare come una reiterazione dell’attuale coalizione di governo, che vede la CDU (Cristianodemocratici) della Merkel affiancata all’FDP (Liberali), sia impossibile per almeno due motivi. Il primo è che, sia nei sondaggi che negli effettivi risultati delle elezioni regionali, i Liberali sono scomparsi dalla scena politica. Le cause di questa disaffezione degli elettori sono da ricercarsi sia nel mutamento della situazione economica che in problemi interni al partito, che ha visto il ministro dell’economia Rösler avvicendarsi a quello degli esteri Westerwelle. Quest’ultimo, molto discusso e poco amato nel paese, non ha perso occasione per schierarsi contro gli aiuti sociali e contro una soluzione in senso europeo della crisi, ed è considerato da più parti responsabile per il crollo elettorale del suo partito.

Il secondo motivo per il quale l’attuale coalizione è irripetibile va ricercato nel calo di consensi che la stessa CDU sta registrando in questi ultimi mesi. L’inatteso risultato della votazione svoltasi nella più importante regione tedesca ha reso evidente come la maggior parte dei cittadini tedeschi non credano più ad un approccio alla crisi fatto di sola austerity, esigendo misure volte alla crescita. Fino a questo momento, la Merkel non sembra avere colto il messaggio, e continua testardamente nella sua battaglia contro l’assunzione di una responsabilità comune da parte dei paesi dell’Unione. Tuttavia, nonostante questo netto calo di voti, la CDU conserva un peso elettorale che la rende ancora una protagonista indiscussa della vita politca.

Hannelore Kraft, volto nuovo dell’ SPD (Socialisti), ha ben presente questa situazione, e mentre si gode gli ultimi successi nelle elezioni regionali guarda con occhio attento i numeri della CDU. Non è mistero infatti di come una larga parte del partito socialista punti alla formazione, dopo le elezioni del 2013, di una grande coalizione con il partito del cancelliere uscente, nella quale verrebbe ad assumere una posizione di forte maggioranza. Non è un caso che l’ex ministro degli esteri Fisher abbia rilasciato un’intervista al Corriere, nel corso della quale auspica proprio questa soluzione come ideale. Certo va detto che questa prospettiva sarebbe rovesciata se la CDU andasse incontro ad un disastro, scendendo sotto il 30% e se, al tempo stesso, la SPD riuscisse ad ottenere il 40% dei consensi (come già avvenuto in Nord Reno Westfalia). In questo caso, la SPD andrebbe quasi sicuramente a formare una coalizione con i Verdi, ritenuti il partner ideale per una coalizione più orientata a “sinistra”.

In questo senso, ci si aspetta che la Linke perda definitivamente il ruolo importante che ha sempre svolto nella scena della sinistra tedesca. Anche nei paesi dell’ex Germania Est, dove è sempre stata forte, sta venendo ormai rimpiazzata dal Partito dei Pirati: la sua impostazione retrograda e la passata affiliazione di molti dei suoi membri nella SED, partito responsabile della costruzione del muro, la rende ormai poco appettibile nei confronti dell’elettorato giovane e deluso, che invece sta venendo abilmente intercettato dai Pirati. Essi sono la vera incognita delle prossime elezioni. Nessuno vuole coalizzarsi con loro a causa della poca affidabilità che viene in loro riposta, ma non è escluso che, in caso di un risultato esorbitante, possano risultare appetibili per rinforzare eventuali coalizioni.

Queste sono le indicazioni che la vita politica tedesca contemporanea ci sta offrendo, ma non bisogna dimenticare il periodo di grande instabilità economica e sociale che stiamo attraversando, nel quale l’elettorato è largamente influenzabile. Dunque è opportuno analizzare questi dati con grande cautela, e tenere l’evolversi della situazione sotto un costante controllo.

In questo post trovate un’analisi degli ultimi sondaggi (21/07/2012): https://riccardomotti.wordpress.com/2012/07/21/elezioni-2013-in-germania-gli-ultimi-sondaggi/

Riccardo Motti

In alto a sinistra Guido Westerwelle, copyright moorklecks.de. In alto a destra Angela Merkel, copyright blog.panorama.it. In basso a sinistra Hannelore Kraft, copyright it.paperblog.com. In basso a destra: pirati, copyright zeusnews.it

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5 thoughts on “Elezioni 2013 in Germania

  1. Der Einbrecher says:

    La cosa che mi è piaciuta di più dell’intervista di Fischer è stata:

    «Per due volte, nel XX secolo, la Germania con mezzi militari ha distrutto se stessa e l’ordine europeo. Poi ha convinto l’Occidente di averne tratto le giuste lezioni: solo abbracciando pienamente l’integrazione d’Europa, abbiamo conquistato il consenso alla nostra riunificazione. Sarebbe una tragica ironia se la Germania unita, con mezzi pacifici e le migliori intenzioni, causasse la distruzione dell’ordine europeo una terza volta. Eppure il rischio è proprio questo».

    Vedo al gran galoppo l’SPD. Certo che sognando una Grosse Koalition non è che facciano impazzire la sinistra. La Linke è fuori dal tempo.
    Sai cosa farebbe davvero paura? Una coalizione Piraten e Grune. Quella sì che sarebbe destabilizzante…
    Anche se io rimpiango sempre il Big Partei. Ci fosse stato lui! ahah

    • Riccardo Motti says:

      Si, la prospettiva di una nuova grande coalizione non è sicuramente entusiasmante, infatti è stata taciuta fino ad oggi. Tuttavia, potrebbe essere una necessità se entrambi i partiti dovessero ottenere un risultato attorno al 30%. Certo, come dicevo nel post, la situazione è in costante divenire, ogni scenario è ipotizabile. Ciònonostante, una coalizione di governo pirati-verdi sembra davvero fantascienza, è pressochè impossibile che questi due partiti insieme superino il 20%: ma, come ci insegna la storia, mai dire mai.

  2. fabri999 says:

    Bel pezzo, chiaro, leggibile, disincantato. Senza scomodarlo troppo, ci vedo uno stile alla Terzani.

    Quanto ai contenuti, sono d’accordo su tutto, ma sono anche preoccuopatissimo della miopia della Merkel, il cui unico orizzonte temporale è il settembre 2013: il sistema non reggerà più di un anno, senza scossoni.

    Per cui sono costretto a prevedere come più probabile un epilogo drammatico (implosione dell’area euro e caos), piuttosto che l’imbocco deciso della strada dell’unione politica, l’unica strada realmente praticabile e in grado di fornire soluzioni, non palliativi. Strada che, dopo l’implosione e il caos, verrà a mio avviso comunque imboccata.

    Resta da capire cosa avrà lasciato, quali conseguenze avrà avuto, il caos, e cioè (in ordine di potenza devastatoria):
    a) uscita relativamente ordinata di alcuni paesi periferici?
    b) contagio a livello europeo e implosione dell’euro ?
    c) contagio a livello mondiale, collasso del sistema finanziario e prima recessione globale della storia?
    d) sommosse delle popolazioni che sfociano nel sangue?
    e) guerra?

    Quel che è purtoppo certo, è che nessun radicale cambiamento storico si è verificato mai senza un elevato prezzo, spesso pagato da vittime innocenti.

  3. Riccardo Motti says:

    Caro Fabri999,

    grazie per il commento e per il paragone, fin troppo generoso. Effettivamente la miopia della Merkel stupisce e spaventa, perchè contrasta fortemente con qull’immagine della Germania europeista che Helmut Kohl, a suo tempo, ha voluto fortemente. Per quanto mi riguarda, credo che l’uscita forzata dall’Euro di alcuni paesi presupponga, a medio termine, la fine della moneta unica, pensata come strumento politico più che economico. Questo rischio non viene, al momento, nemmeno ventilato, perchè si spera ancora che si possa trovare una soluzione che non presupponga scelte radicali. In questo senso, sarà molto interessante vedere cosa succederà in Grecia alle prossime elezioni politiche.

    Le domande che fai a proposito delle conseguenze sono ben poste, ma a mio parere è prematuro fornire un qualsiasi tipo di ipotesi a proposito. Contando la forte volatilità della situazione economica e politca, non è escluso che si possano osservare cambiamenti profondi in brevissimo tempo. Il costo che questi avrannno è direttamente proporzionale all’abilità delle democrazie occidentali di disinnescare i potenziali impulsi che spingeranno i cittadini verso posizioni politiche estreme.

  4. […] Nord Reno-Vestfalia, Schleswig-Holstein e Saarland). Nei sondaggi elettorali pubblicati lo scorso Maggio, la percentuale che veniva loro attribuita a livello nazionale si attestava attorno al 13%: un […]

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