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Una rischiosa provocazione

Il presidio di Pro Deutschland di fronte a moschee e roccaforti degli autonomi

Si preannuncia una situazione molto delicata per il weekend del prossimo 17-19 Agosto a Berlino. Il gruppo nazionalista Pro Deutschland ha infatti reso noto la pianificazione di una serie di manifestazioni e presidi in punti nevralgici della città. L’obbiettivo dichiarato è quello di protestare contro il diffondersi della religione islamica, sotto l’egida dell’eloquente slogan “L’Islam non appartiene all’Europa – Fermiamo l’islamizzazione”.

I luoghi che sono stati indicati come teatro di queste manifestazioni, 8 in totale, mostrano chiaramente l’intento provocatorio dell’evento. Tra gli altri, spiccano la moschea di As-Sahaba nel quartiere di Wedding e quella di Al-Nu a Neukölln: esse sono state in passato indicate dallo Verfassungsschutzbericht (ufficio di protezione della Costituzione) tedesco come centri di diffusione del movimento islamista dei Salafiti, considerato potenzialmente pericoloso in quanto sostenitore della Shari’a. Pro Deutschland ha intenzione di organizzare dei presidi davanti a questi centri religiosi, scandendo slogan contro l’Islam e mostrando cartelloni con caricature di Maometto. Come se non bastasse, il gruppo di estrema destra organizzerà un comizio a Friedrichshain, all’angolo tra Liebigstrasse e Rigaerstrasse, dove si trovano numerosi Hausprojekt. Si tratta di esperimenti di vita comunitaria, spesso organizzati da gruppi di sinistra o anarchici, il cui sgombero negli anni scorsi ha causato sommosse e problemi di ordine pubblico. Per finire, verrà istituito un presidio di fronte al Köpi, centro autogestito dagli autonomi e noto in tutta Europa.

Questa scelta di obbiettivi sensibili testimonia la volontà, da parte di Pro Deutschland, di cercare uno scontro fisico. C’è il concreto rischio che si ripetano scene come quelle già viste a Bonn e Solingen ad inizio maggio, quando nell’ambito di iniziative simili numerosi manifestanti appartenenti al gruppo dei Salafiti ha attaccato le forze dell’ordine che stavano proteggendo i manifestanti di estrema destra, dando vita a violenti scontri che hanno causato numerosi feriti. In questi senso, il ministro dell’interno berlinese Frank Henkel (CDU) ha salomonicamente dichiarato che le forze di Polizia saranno adeguatamente preparate ad evitare ogni possibile contatto tra i manifestanti, e “intolleranza, odio e violenza non saranno tollerate, da qualsiasi parte esse provengano”.

Sta di fatto che in una città come Berlino, dove nonostante i problemi tipici di una capitale multietnica la convivenza religiosa tra cristiani, musulmani ed ebrei tutto sommato funziona, non si sentiva proprio il bisogno di un simile evento, che va a stuzzicare gli estremismi politici e religiosi presenti sulla scena. Sembra quasi che si voglia coscientemente soffiare sul fuoco della politica berlinese, auspicando un ritorno a quelle dinamiche di scontro frontale che appartengono ad un passato che nessuno dovrebbe rimpiangere.

D’altronde, la biografia di Pro Deutschland parla da sé: il “movimento dei cittadini Pro Germania” è nato a Colonia nel 2005 sotto la guida di Manfred Rouhs, già candidato nelle file della Deutsche Liga für Volk und Heimat (lega tedesca per il popolo e la patria) prima e dell’NPD (partito gemello di Forza Nuova) poi. Tra i punti del suo programma spiccano l’imprigionamento per gli studenti che non raggiungono un determinato livello di conoscenza della lingua tedesca e la deportazione degli immigrati clandestini. Si tratta inoltre del partito che ha organizzato un presidio davanti all’ambasciata norvegese tre giorni dopo il folle attacco di Anders Brevik, scatenando le ire del sindaco Wowereit. Alle scorse elezioni del Settembre 2011, il partito ha ricevuto 17829 voti, pari all’1,2% dei consensi (dati: Frankfurter Rundschau).

Ci troviamo di fronte a uno dei tanti movimenti di estrema destra che puntano a destabilizzare la società tedesca, onde poter usufruire del caos conseguente per trovare facili consensi tra la popolazione, e può puntare su un appoggio proveniente dall’estero. L’evento di cui parliamo ha infatti incontrato l’appoggio di Vlaams Belang, partito indipendentista fiammingo, del Freiheitliche Partei Österreichs (Partito della libertà austriaco) e della German Defense League, propaggine tedesca del movimento inglese English Defense League. Si tratta di realtà che contano poco a livello numerico, ma che in una situazione di crisi possono vedere il loro potere moltiplicarsi, sull’onda del malcontento che potrebbe investire l’elettorato. A mio parere sarebbe auspicabile una maggiore prudenza, occorrerebbe evitare di concedere a questi movimenti degli eventi come quello che la città ospiterà: si rischia di fornire loro una comoda pubblicità.

Riccardo Motti

In alto a sinistra: bandiera del movimento pro Deutschland “Muliculturalismo? No grazie!”; al centro: manifestante salafita fermato a Solingen, copyright lapresse.it; in basso a sinistra: presidio Pro Deutschland di fronte all’ambasciata norvegese dopo l’attentato di Brevik, copyright taz.de

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La rete nera

Retata della polizia tedesca contro il principale forum neonazista

Dopo la condanna di 5 esponenti del gruppo neonazista Sturm23 avvenuta nella giornata di Lunedì, oggi (14 Giugno) c’è stata un’altra importante azione portata a termine dallo Stato tedesco nei confronti degli ambienti di estrema destra. Stavolta ad essere colpito non è stato un’associazione materiale di individui, ma Thiazi.net, il più importante forum neonazista della Germania. Questa mattina all’alba, per ordine della procura di Rostock, si è dato il via ad una serie di perquisizioni su scala nazionale ed internazionale, che hanno interessato almeno 24 appartamenti privati ed uffici. L’operazione ha portato al sequestro di una ingente mole di materiale, sia cartaceo che informatico, ed al fermo di 4 sospetti. Inoltre, un totale di 26 persone di età compresa tra i 22 e i 64 anni sono state incriminate. Le accuse sono pesanti, perché si tratta del reato di tentata costituzione di un gruppo criminale, che è lo stesso per il quale i militanti di Sturm23 sono stati appena condannati. Da stamattina, il forum risulta essere offline.

La notizia ha creato parecchio scalpore, perché stiamo parlando di un punto di riferimento fondamentale per gli ambienti dell’ultradestra tedesca, che ospita più di un milione di contributi e si autodefinisce “La più grande comunità virtuale germanica del mondo, il forum di questo tipo più importante e conosciuto in lingua tedesca”. Il solo utilizzo dell’aggettivo “germanico” al posto di “tedesco” è un chiaro riferimento alle supposte ascendenze ariane della Germania, già impugnate in passato dal partito nazista come arma di propaganda. In questo senso, il fulcro dell’azione intrapresa dalla procura di Rostock è il sequestro di ben 2400 testi di canzoni e 1400 supporti audio che Thiazi.net metteva a disposizione degli utenti: sembra che in moltissimi di questi siano stati identificati chiari riferimenti alla negazione dell’Olocausto.

Come se non bastasse, il BKA (Bundeskriminalamt, ovvero la sede centrale della polizia criminale federale, che si occupa della repressione e prevenzione dei reati penali) ha reso noto che questi documenti sono ricchi di incitazioni all’odio contro immigrati, ebrei e persone con un colore della pelle diverso dal bianco. Questa chiamata alle armi, che prevede azioni violente contro questi elementi della società considerati “impuri”, è stata presa molto sul serio dalla procura, che ha incriminato i 26 simpatizzanti per la produzione e divulgazione di materiale volto a negare l’Olocausto e ad incitare all’odio razziale.

Ovviamente, evitando di cadere nella tentazione della condanna a prescindere, occorrerà aspettare il verdetto del giudice per vedere fino a che punto queste accuse siano dimostrate in sede giudiziaria. Tuttavia, come reso noto da Jörg Ziercke (presidente del BKA), questo atto va inteso come un chiaro messaggio rivolto agli ambienti dell’ultradestra tedesca, che spesso utilizzano forum e altri mezzi virtuali per diffondere la loro ideologia di odio ed intolleranza. Questo tipo di azioni non saranno più tollerate, e i contenuti condivisi sulla rete saranno oggetto di un attento controllo da parte delle autorità che, nel caso del rinvenimento di materiale considerato potenzialmente pericoloso, non esiteranno a compiere interventi eclatanti come quello di stamattina.

In questo senso, non è un caso che a coordinare questa retata sia stata la procura di Rostock. Così come Dresda, anche in questa città dell’ex Germania Est la piaga del neonazismo è lungi dall’essere stata debellata. Tuttavia, non si può tacere sull’impegno concreto che le autorità tedesche stanno mettendo in campo per arginare un fenomeno molto pericoloso, non solo per le azioni violente operate dai militanti o simpatizzanti ma anche per la pericolosità che la diffusione di simile ideologie può avere in una situazione come quella attuale, caratterizzata da instabilità politica ed incertezza economica. Sarebbe bello vedere un impegno simile in Italia, dove invece le autorità continuano a chiudere gli occhi davanti al prolificare, sia nella realtà di tutti i giorni sia in quella virtuale della rete, di organizzazioni che non fanno nulla per nascondere la loro simpatia verso tematiche e simboli cari agli ambienti dell’ultradestra neofascista.

Riccardo Motti

In alto a sinistra: homepage di thiazi.net; al centro a destra: il logo del BKA; in basso a sinistra: saluti romani celebrano l’elezione a sindaco di Roma di Gianni Alemanno, copyright saveriotommasi.it.

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Se il verde si fa nero

In Italia non abbiamo questi problemi, perchè le tematiche ecologiste tendono a non rientrare nel normale dibattito politico nazionale. In Germania invece, dove i Verdi occupano 68 seggi in parlamento ed esprimono sindaci e presidenti dei ministri (l’equivalente dei nostri governatori regionali), i concetti di ecologia e sostenibilità sono all’ordine del giorno, soprattutto dopo la tragedia di Fukushima.

L’anno scorso l’ondata di manifestazioni e mobilitazione popolare che è seguita a quell’incidente è riuscita perfino a convincere l’amministrazione Merkel a compiere un clamoroso dietrofront, che ha visto il governo annulare ogni costruzione di nuovi impianti nucleari già deciso, oltre ad annunciare un lento ma inesorabile abbandono dell’energia nucleare. Inoltre, i prodotti “BIO” sono di gran moda, e in tutta la Germania abbondano progetti di orti condivisi, coltivazioni collettive e affini.

Ovvio che tematiche dotate di una cassa di risonanza così elevata facciano gola ai partiti politici, i quali tentano di farle proprie onde raccogliere un maggior numero di voti. Finora, come detto in precedenza, il partito che più si è avvantaggiato in questo senso sono stati i Verdi. Pur non essendo dotati di una chiara identità politica, i Verdi si sono da sempre dichiarati antifascisti: questo fatto, unito alla loro aperta ostilità verso le politiche energetiche portate avanti dal governo Merkel, li ha reso da tempo un partito generalmente considerato “di opposizione”, per non dire “di sinistra”. Tuttavia, stando a quanto la Suddetsche Zeitung ha pubblicato due giorni fa, sembra che un altro partito stia cercando, con buoni risultati, di appropriarsi di tematiche ecologiste: si tratta dell’NPD, (Nationaldemokratische Partei Deutschlands), un partito dichiaratamente neonazista (gemello di Forza Nuova).

Il meccanismo è subdolo, ma proprio per questo risulta essere efficace. Tutto ha inizio dalla Associazione Midgard, la quale pubblica una rivista chiamata “Umwelt&Aktiv”. Se essa sembra, ad un occhio disattento, solo una delle tante pubblicazioni a tema ecologico presenti in Germania, ad un indagine più attenta essa presenta certe sinistre peculiarità. Non si tratta solo di coltivazioni biologiche, infatti, ma anche di (dal sito internet) “protezione dell’ambiente, degli animali e della patria”. Dall’ambiente alla patria, lo spostamento ideologico non è di poco conto. Se a questo aggiungiamo che la rivista è infarcita di simboli cari all’epica germanica, pubblica articoli inneggianti a Yule, la festa pagana del solstizio d’inverno, e alle politiche di difesa degli agricoltori intraprese dall’NPD, nelle cui liste si sono candidati alcuni membri del consiglio direttivo della Midgard, si capisce perchè un membro dell’osservatorio per la difesa della costituzione abbia affermato che la rivista “Umwelt&Aktiv” è considerata uno strumento di propaganda occulta del partito. In fin dei conti questa appare essere un’astuta operazione che l’NPD, il quale pur esprimendo alcuni deputati nei consigli regionali del Mecleburgo-Pomerania e Sassonia rimane poco presentabile a causa delle dichiarate simpatie neonaziste, ha messo in atto per reintrodursi attivamente nella vita politica del paese. Questo diffuso fenomeno di penetrazione dell’ultradestra in tematiche ecologiste è stata ben descritta dal libro Braune Ökologie (Ecologia Bruna), pubblicato ad inizio anno da Gudrun Heinrich, politologa dell’università di Rostock.

Solo recentemente è venuta a galla questa tattica di infiltrazione, la quale va avanti da tempo e, tecnicamente, non può essere bloccata con mezzi legali, dato che l’NPD non è un partito illegittimo, pur restando ai limiti della legalità. Quando, l’anno scorso, è stato reso noto che tra i principali soci di Biopark (una delle maggiori associazioni di agricoltura biologica tedesche), fornitrice tra l’altro della famosa catena di supermercati Edeka, vi erano personaggi come Huwald Fröhlich e Helmut Ernst, noti agricoltori “bio-bruni”, la stessa presidente Delia Micklich ha ammesso di non poter intervenire a proposito. D’altronde la sua associazione si limita a “certificare i metodi di produzione agricola, non si occupa di politica”. E’ proprio in queta zona d’ombra che l’NPD sta cercando di ampliare il proprio bacino elettorale.

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